3° all night long on the bike, “Salemi-Gibellina-S.Stefano Quisquina”
Bene cari amici e soci rieccomi,
sono pronto a raccontarvi le nostre ultime gesta, i nostri ultimi chilometri a cavallo delle nostre splendide motociclette.
\r\nOggi vi racconterò l’ultimo giro motociclistico che ci ha portati sino a Salemi, comune della provincia di Trapani.
\r\nQuasi 11 mila abitanti circa, situato tra le colline della Valle del Belice, in mezzo a vigneti ed uliveti e con il suo castello
\r\n \r\nNormanno-Svevo a vigilare sulla incolumità dei suoi abitanti.
\r\nIl comune di Salemi ultimamente è salito agli onori della cronaca per aver avuto come sindaco il famoso Vittorio Sgarbi, pardon il critico d’arte, opinionista, personaggio televisivo e chi più ne ha più ne metta, prof.V.Sgarbi, (30/06/2008-15/02/2012).
\r\nNon saprei dirvi se il comune ne ha avuto un qualche beneficio, troppo breve la visita per poter giudicare, ammesso che io ne abbia il diritto o le capacità, ma è certo che il Mokarta avrà goduto un qualche beneficio, visto che la parete del corridoio d’ingresso era tappezzata con foto di famosi personaggi dello spettacolo, della cultura e della politica che probabilmente sono stati ospitati dalla predetta struttura.
\r\nMa arriviamo a noi, alla nostra gita, partita puntuale dal nostro ormai tradizionale ritrovo………, ma comu schifiu si chiama ?(scusate, ma per me rimane sempre “La Capannina”) dove 17 equipaggi….(Maurilio a prossima vota o sirici o dicirotto, diciassette un mi garba……..ancora mi toccu) si sono dati appuntamento per dare vita al nostro tradizionale “notturno” (u chiamu notturnu, ma ancora unnaiu caputu pirchi?).
\r\nCavuruuuuuu, chi gran cavuru………alla faccia do notturnu, alle 16,20, c’era i muoriri……..
\r\nTorniamo seri e rimaniamo sul tema……dicevo che il gruppo composto ed ordinato, si è messo in viaggio alla volta di Sciacca (da qui la famosa frase “baci da sciacca”……..) dov’era prevista la nostra prima sosta per il rabbocco.
\r\nCon estrema disinvoltura, ma cotti a puntino, siamo arrivati in quel di Sciacca dove i miei amici motociclisti hanno assalito il bar ( parevamo na mannara di belve assitati, manco ci fussi cavuru…….)
\r\nDissetate le fauci e riempiti i serbatoi, ci siamo rimessi in moto alla volta di Salemi, dove già pregustavamo il nostro bagno in piscina…..do sonnu….o come dirà poi qualcuno, nda nnucca.
\r\nSi, infatti il nostro agognato tuffo in piscina è rimasto solo un sogno, un terribile sogno, visto che eravamo stanchi e cotti e speravamo di poterci rilassare in quella benedetta vaschetta da bagno. Ovviamente ci serve da lezione.
\r\nLa prossima volta, sarà opportuno chiarire con l’albergo che i servizi per noi sono essenziali, e la scelta di una struttura, soprattutto in estate, non può prescindere dall’uso della piscina.
\r\nSiamo un direttivo giovane e dobbiamo imparare, chiediamo scusa se la sera del sabato ci siamo trovati con la sorpresa di non poter utilizzare appieno la struttura.
\r\nConsumata la cena, ci siamo rimessi in marcia alla volta di Gibellina Nuova, comune di poco più di 4 mila abitanti, sorto dopo il terremoto del Belice del 1968 che distrusse completamente l’allora centro abitato.
\r\nLa Gibellina Vecchia, fu sepolta da una colata di cemento bianco che compatta i 12 ettari di macerie del centro storico.
\r\nLa colata di cemento segue la forma architettonica della città, e i solchi che sono stati lasciati raffigurano le antiche vie con le strade e gli isolati.
\r\nSarebbe stato bellissimo visitarla, ma ovviamente non di sera, dove non si apprezzerebbe l’originalità dell’opera.
\r\nNoi ci siamo diretti a Gibellina Nuova, realizzata grazie all’illuminante idea dell’allora sindaco Ludovico Corrao, che incaricò diversi artisti di fama mondiale, per creare quel laboratorio di sperimentazione e pianificazione artistica che oggi si presenta all’occhio dell’ignaro passante.
\r\nPersonalmente, sono rimasto abbastanza freddo all’aspetto architettonico ed urbanistico di questo centro cittadino.
\r\nSi sente, almeno io l’ho sentito, che questo posto non ha una sua storia, non ha una sua memoria, che ci sono tante idee, ma che sono le une slegate dalle altre.
\r\nImpressionante è la chiesa più importante della città, denominata “Chiesa Palla”, iniziata dal Quaroni nel 1985 e terminata dopo varie vicissitudini nel 2010 (fonte Wikipedia), più bella e curiosa a vedersi da lontano che non da vicino, dove i canoni della realizzazione architettonica moderna, si scontrano irrimediabilmente con il concetto storico cristiano di Chiesa, “casa di Dio”.
\r\nNon so dirvi se Gesù potesse recitare messa sotto una palla……….tutto ciò, a mio personalissimo giudizio ha dell’inquietante.
\r\nPoi abbiamo visitato la piazza e la torre civica, siamo passati sotto la porta del Consagra che segna l’ingresso al Belice.
\r\nChe dirvi, a me Gibellina Nuova mi ha molto deluso, cemento da tutte le parti, non una zona verde non un giardino tipico del posto, solo cemento grigio, freddo, dalle forme strane.
\r\nMi pariva di esseri ncapu la luna.
\r\nTornati in albergo, ci siamo preparati per la piscina dell’indomani.
\r\nVerso le 07,00 siamo stati svegliati dalla grazia e dalla letizia dell’amico Pietro ca quannu dormi c’havi i naschi nsurri, e quannu si tuculia, pari n’elefanti intra un negozio di cristalli…………fa dannu…..ahahahahahahah.
\r\nCerto il buon Maurilio c’ha messo del suo, lasciando la finestra aperta tale che, il primo raggio di sole ni spurtusau l’occhi……
\r\nDetto ciò non ci rimaneva che alzarci, fare colazione e tuffarci in piscina……scusate, in vasca.
\r\nA proposito di colazione, i cornetti piaceru a tutti…….si vitti, c’eranu certi piatti chini………ihihihihihi.
\r\nComunque in piscina tutti molto composti, nessuno schizzo, nessun grido, non c’era il solito cafone che con la palla disturbava gli ospiti, i cosi giusti, ci mancava sulu ca chiamavanu e carrabbuneri e ni ttaccavanu a tutti……….v a s t a s i……
\r\nOvviamente non poteva mancare il colpo di scena, la sorpresa, il contrattempo tipico del nostro motoclub, dove le cose non vanno mai lisce.
\r\nIl solito “sbadato” ha chiuso la porta della camera, senza curarsi della chiave elettronica all’interno e, come per incanto, la porta non si è più riaperta.
\r\nAbbiamo provato con il passepartout, con le chiavi originali, con la scheda, a pirati, a spaddrati…….(in effetti se Carlo c’avissi datu naspaddrata avissi carutu tuttu l’hotel……ahahahahahah).
\r\nFortunatamente il nostro Socio Savio, oggi finanziere ma fino a ieri scassinatore professionista, è riuscito con l’abilità tipica del mestiere, ad aprire la porta senza far danno………..un vero artista dello scasso d’autore…..ahahahahaha.
\r\nDocce, vestiti e via, alla volta del ristorante “ I Filici”, a metà tra S.Stefano Quisquina e S.Giovanni Gemini per essere precisi.
\r\nChe bella strada, peccato che la temperatura (40,5° C) non ci ha aiutati anzi, in certi momenti paria i muoriri….sembrava che si calasse all’inferno di Lucifero (ma ancora non avevamo visto nulla).
\r\nQuante belle curve, salite, discese, tornanti, tutto però rigorosamente sotto un sole cocente con delle folate di vento caldissimo, (era Lucifero ca sciusciava contro).
\r\nAlle 13,45 arriviamo al ristorante, surati, disidratati, assetati, affamati e forse anche un tantino incazzati……..ahahahahah
\r\nFortunatamente Mister Filici, il signore dell’ingordigia, do mangiari a scassapanza, ha soddisfatto ogni nostra aspettativa, riempiendoci la panza di ogni ben di Dio: caponata, ricotta calda, cotenna di maiale a sugo, formaggi freschi, trippa, salumi di ogni tipo, olive, lasagne, tagliatelle, cavati, ecc.ecc.
\r\nCome l’altra volta, abbiamo dovuto alzare bandiera bianca, vuoi perché u mangiari ni nisciu nde naschi, vuoi perchè questo tipo di menù poco si sposa con la stagione e soprattutto con le temperature del periodo.
\r\nBene, satolli come le scimmie, ci siamo sdraiati sotto la pineta per cercare di recuperare le forze prima di rimetterci in sella.
\r\nQui, è iniziato lo show di Filippo, che ha incominciato ad inquetare a Carlo, che a sua volta si è difeso, anzi mentre si difendeva doveva pure guardarsi le spalle da quegli nfami di Maurilio e Pietro, che insidiavano la bella Viviana che seduta sul prato attirava i due laponi come api al miele……..ahahahahahahah
\r\nChe dire, ci sono foto e filmini che testimoniano quanto divertente è stato quel momento di sano relax del gruppo.
\r\nCome al solito, è arrivato lo scassapalle di turno che ha cominciato a urlare:” andiamo, andiamo”, ancora un sa caputu cu è chistu ca rumpi i palli………….ahahahahahahah.
\r\nIn moto alle 17,00, per incominciare la discesa.
\r\nGiunti sulla AG-PA, siamo stati travolti da una folata di caldo mostruosa.
\r\nIl termometro in alcuni tratti ha segnato 42° C, sembrava di stare al rogo.
\r\nMai sentito tutto questo caldo.
\r\nC’è chi ha sudato talmente tanto che, sceso dalla moto, pariva ca savia pisciatu ngoddru…….ahahahahah (ci sono foto che testimoniano quanto affermato).
\r\nRecuperati i Sali perduti in quel di “Villagio Mosè”, ci siamo rimessi in moto verso casa dove siamo arrivati intorno alle 19,00.
\r\nA questo punto non mi resta che passare ai ringraziamenti, soprattutto indirizzati alle nostre donne, Viviana, Roberta, Carmen, Saria, Vania, Concetta e Cristina, inseparabili zavorrine, che non mancano mai di allietare le nostre escursioni.
\r\nRingraziamenti vanno anche a tutti coloro che nonostante le temperature, nonostante le difficoltà ci seguono e ci spingono a fare sempre di più e sempre meglio.
\r\nA tutti voi un grazie e buone vacanze, ci rivedremo a settembre per una nuova gita motociclistica all’insegna della scoperta della nostra fantastica Isola.
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Umberto